le strategie di studio: imparare, come e quando

Uno dei punti critici dell’insegnamento tradizionale (scuole di musica o maestri privati, non c’è differenza in realtà) è la quasi totale assenza di un piano di studi minimamente curato: nel migliore dei casi si prende come riferimento qualche libro di testo più o meno autorevole; di solito manco quello – si naviga a vista, e va già di lusso se l’insegnante si ricorda da una volta all’altra su che cosa si stava lavorando.

Qui no. Una cura maniacale, minuziosa, nella stesura di piani di studio aggiornati e efficaci, con obiettivi chiari e percorsi definiti:

1. stabilire con precisione dove si vuole arrivare;
2. tracciare una rotta chiara per arrivarci;
3. affidare l’attuazione del percorso a turbo-pratiche (speed learning)

Dove vuoi arrivare lo puoi decidere soltanto tu.
Per il percorso e le metodologie, c’è Guitar PRAXIS.

>> piani di studio chiari e definiti:

– corsi istituzionali, per una formazione totale, a 360°
– corsi monografici, per focalizzare solo quello che ti interessa
In ogni caso: inizi e sai esattamente dove arriverai, e in che tempi. Non ti spilliamo soldi all’infinito, finché non ti stanchi: arriverà il Diploma, e ci diremo addio*, e vorrà dire che insieme abbiamo fatto un buon lavoro.
*insomma, quasi un addio: v. più avanti, alla voce PRAXIS Lifetime Tutoring…

>> un intero team di insegnanti tutto per te:

non corri il rischio di restare ingabbiato in un unico punto di vista (per quanto autorevole, qualificato e stimolante…). I PRAXIS-corsi sono unici anche per questo: una molteplicità di approcci e visioni, con PRAXIS-tutors (v. più avanti) specialistici per avere il top in ogni genere e stile, senza perdere l’omogeneità grazie a una costante rifinitura dei programmi e alla presenza del tuo “master”.

>> una serie di risorse e benefit che nessun altro osa nemmeno immaginare:

vai avanti in queste pagine e te ne renderai conto. Se la chitarra per te è importante, non c’è un altro posto dove puoi viverla così. Anche tutti i giorni tutto il giorno, se vuoi. Liberare il tuo tempo, perfezionare il tuo allenamento quotidiano, maneggiare strumentazione, tecnologie, materiali didattici. Smetterla di “esercitarti” e finalmente “suonare”. Ma suonare (anche da virtuoso) non basta. C’è un mondo intero di competenze da dover “dominare” per imporsi sulla scena. Diventare chitarrista, in fondo. Tutto qui.

Ma i piani di studio, per quanto “affilati”, non stanno al primo posto.
Prima dei contenuti e del lavoro specifico sulle singole materie di studio (un lavoro comunque gigantesco), quello che fa la differenza è la capacità di garantire sul serio una profonda assimilazione del processo. Perché le informazioni migliori non servono a granché, finché non “entrano in circolo”. E un percorso di studio efficace deve potenziare questo processo, comprimendone i tempi e moltiplicandone i risultati (capacità di comprendere, ricordare; e soprattutto: mettere in pratica, suonando).

Lo studio PRAXIS è soprattutto questo: la sua particolarità e unicità sta nelle metodologie di insegnamento che si basano su tecniche didattiche di scuola USA, le più avanzate e aggiornate al mondo.

Già, perché non basta “suonare bene”, per insegnare in maniera efficace. Certo, è indispensabile: devi suonare alla grande, al top. Ma poi c’è di più. Molto, molto di più.

La differenza tra un allenatore e un campione. Qui il campione devi essere tu.

È qui che entra in gioco una via alla formazione che parte da Howard Roberts, co- fondatore del Guitar Institute of Technology (GIT, poi Musician Institute) e ideatore di speciali tecniche di training, basate su concetti avanzati di psicologia e neurologia applicati a insegnamento e apprendimento:

>> sfruttamento di compatibilità e sinergie del sistema neuro-muscolare;
>> sviluppo di tecniche di visualizzazione(visual imprinting);
>> concentrazione ottimizzata in time-frames controllate e ridotte;
>> apprendimento accelerato, con curve ripide di speed-learning, che, opportunamente controllate, innescano processi di memorizzazione estesa e ad alta efficienza (velocità e precisione); in pratica: impari in fretta e non dimentichi!
>> uso e gestione del proprio tempo: persino lo studio casalingo può essere gestito “speed-learning” (quando 3 ore di studio ne valgono 10…);
>> quando impari a… imparare, poi lo sfrutti per sempre: diventa il tuo modello consueto di apprendimento.

E poi Joe Diorio, con il suo approfondimento in musica degli studi sul left/right brain (Walcott Sperry): controllare la creatività attingendo al giusto emisfero cerebrale; sviluppo di capacità di improvvisazione spontanea tramite tecniche di gesturing…

Su tutti, poi, l’adattamento di questi approcci alla specificità del contesto italiano da parte di due mentori inestimabili: Gianfranco “nick” Diletti e Simonne Bassanesi, attraverso la straordinaria esperienza del Guitar C.A.P., un vero e proprio “punto di rottura” nella didattica per chitarra elettrica in Italia: nel giro di meno di un decennio, quelle intuizioni didattiche hanno forgiato non solo una nuova generazione di chitarristi “da paura” in giro per l’Italia, ma anche una nuova visione dell’insegnamento musicale e chitarristico, finalmente svincolata da modelli antiquati e logori, replicati “per inerzia” da maestro a allievo e trascinati apparentemente all’infinito.